Il Marketing Laterale nasce dall'incontro tra Edward De Bono e Philip Kotler, ossia del marketing che utilizza le tecniche del pensiero laterale per costruire nuove strategie e scelte operative di marketing. Gli esempi negli anni sono innumerevoli: dall'ovetto Kinder alle Bratz, a tanti altri...
Dalla teoria del “Pensiero Laterale” di Edward De Bono, Philip Kotler propone il concetto di “Marketing Laterale“, questo prevede di strutturare la strategia non più attraverso lo studio del mercato, ma a partire dal sistema di bisogni delle persone.
Si stratta di un processo operativo che una volta applicato ai prodotti o ai servizi preesistenti, genera nuovi servizi o prodotti innovativi.
Gli stadi del Marketing Laterale:
- Selezionare un focus nel processo di marketing: qualsiasi elemento sul quale ci si intende concentrare.
- Effettuare una dislocazione laterale: un’interruzione al centro di una sequenza di pensiero logica, che crea un gap, una dissociazione, fonte di creatività (ovvero dello stimolo).
- Pensare a come annullare il gap, stabilendo nuove associazioni.
Comunque, non bisogna mai scordare che per quanto belle, creative, intelligenti o piacevoli, le idee devono funzionare. Quindi essere implementate, monitorate, rettificate e testate nuovamente.
Da dove proviene l'idea di Marketing Laterale?
Il pensiero laterale allena la creatività in azienda. In un periodo di crisi la miglior risposta che le aziende possono offrire deriva dalla proposta e realizzazione di idee nuove. Ma come si generano le idee?
La creatività, un concetto che sembra esulare da una realtà come quella aziendale dove per produrre vantaggi concreti si è soliti ricorrere a varie linee guida manageriali i cui imperativi sono efficienza e competenza. Oggi però la consapevolezza che questi fattori siano indispensabili ma non sufficienti è sempre più evidente.
Il pensiero laterale di Edward De Bono
Il pensiero laterale e le informazioni in possesso nell'azienda.
A creare la differenza fra un’azienda e un’altra non sono tanto le informazioni che questa ha in possesso, quanto il modo di interpretarle. Senza creatività la conoscenza può diventare un’arma a doppio taglio configurandosi come una barriera verso percorsi innovativi. Un’ampia conoscenza ed esperienza nel settore possono infatti portare, anche inconsciamente, alla costruzione di un modello rigido della realtà che rischia di restringere, anziché allargare, la nostra percezione.
La "creatività seria" del pensiero laterale.
Stiamo trattando, in conclusione, di una creatività “seria”, che vuole deliberatamente prendere le distanze dalla sua usuale concezione vagamente mistica. Per fare questo si avvale, come già detto, di numerosi metodi e tecniche che possono essere apprese, sperimentate, messe in pratica e che sono oggetto di molti interventi di formazione nelle realtà aziendali. Li trovate nei prossimi articoli aventi come tema l'argomento "pensiero laterale" mentre qui anticiperemo solo i nomi: sei cappelli per pensare, focalizzazione semplice e ricerche di alternative.(Liberamente ispirato al libro "Essere creativi" di Edward De Bono)